Lunedì, 12 Gennaio 2009 12:26

Eric Salerno intervista Nemer Hammad

Scritto da  Gerardo

Dal quotidiano "Il Messaggero" del 2 gennaio u.s., con il titolo "La priorità è bloccare il massacro”, riportiamo l’intervista a Nemer Hammad.

"Nemer Hammad non è ottimista. Al contrario. E cerca di guardare con la freddezza "diplomatica" maturata in una vita trascorsa alla ricerca, prima a fianco di Arafat, poi di Abu Mazen (Mahmoud Abbas), di una soluzione negoziata al conflitto israelo-palestinese". [continua]

[segue]
Dopo aver rappresentato per anni l'ANP in Italia, ha ora un ufficio a Ramallah dove l'abbiamo raggiunto. È il principale consigliere politico e diplomatico del presidente palestinese.
"Oggi, la nostra priorità - dice - è di far fermare l'attacco israeliano che sta provocando tante vittime civili".

- Eric Salerno: Come?
- Nemer Hammad: Abbas va a Parigi per due giorni. Parlerà con Sarkozy che ha già visto il ministro degli Esteri israeliano Livni. Poi andrà alle Nazioni Unite dove è necessario concordare con gli altri paesi del Consiglio di sicurezza una risoluzione sullo scontro in atto. Non deve essere la solita richiesta per un cessate il fuoco. Bisogna andare oltre. La risoluzione deve far riferimento alle precedenti risoluzioni sul conflitto perché va sottolineato che non ci sono stati progressi sostanziali del negoziato con Israele. La comunità internazionale si deve impegnare di più.

- Eric Salerno: Eppure abbiamo sentito il premier Olmert affermare che "la pace non è mai stata così vicina". Non è così?
- Nemer Hammad: Vicina come? Non ci sono stati veri progressi. Nemmeno una riga è stata scritta, mentre Israele continua a costruire il Muro e gli insediamenti.

- Eric Salerno: I rapporti tra Abbas e Hamas, o meglio la frattura tra l'ANP e il movimento islamico sono uno dei motivi dello scontro in atto. Ci sono contatti, ora, tra voi e i capi di Hamas?
- Nemer Hammad: Contatti a livello alto, no. Abbiamo aperto alcuni canali nel tentativo di riavviare il dialogo. Ci siamo rivolti anche ad alcuni stati arabi che con il movimento islamico hanno buoni rapporti. Abbiamo anche invitato rappresentanti di Hamas a Ramallah, ma non si sono fatti vedere.

- Eric Salerno: La Siria è sicuramente uno dei paesi sostenitori di Hamas. Cosa sta facendo in questo momento?
- Nemer Hammad: Abbiamo sollecitato Damasco a mediare tra noi e loro. Per aiutarci a riprendere il dialogo diretto interrotto da molti mesi. Aspettiamo.

- Eric Salerno: E l'Iran? Soffia sul fuoco? Spingerà Hezbollah a intervenire, dal Libano, in questa crisi con il rischio di un allargamento del conflitto?
- Nemer Hammad: Nessuno può negare il ruolo dell'Iran, ma non credo che lo scontro da Gaza andrà a finire sul confine settentrionale d'Israele. Ci sono due blocchi nella regione. Uno di questi è impegnato a trovare una soluzione negoziata al conflitto con Israele. Purtroppo gli sforzi finora non hanno prodotto risultati concreti. Abbiamo bisogno di una risoluzione nuova e un negoziato serrato per arrivare alla fine dell'occupazione e la creazione di uno stato palestinese.

- Eric Salerno: E l'altro blocco?
- Nemer Hammad: L'altro campo guarda ai risultati, o alla mancanza si risultati, finora conseguenti da chi persegue la via del dialogo. E dice: Israele non ha mostrato alcun interesse a porre fine all'occupazione. Dunque, l'unica soluzione, l'unico modo per andare avanti è la resistenza. Con tutto ciò che la parola implica.

- Eric Salerno: Dopo tanti anni, tante sedute con i leader israeliani, cosa pensa Abbas?
- Nemer Hammad: È convinto che il dialogo possa ancora funzionare. Ma il dialogo, insiste, non può essere fine a se stesso. Dobbiamo parlare per arrivare, rapidamente a questo punto, alla fine dell'occupazione, alla fine degli insediamenti e alla fine del Muro costruito non in Israele ma sul territorio palestinese, in mezzo ai nostri villaggi, ai campi dei nostri contadini.
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